di Riccardo, Anita e Luigi
Ultimamente in Trentino si sono verificati alcuni casi di animali predatori come gli orsi che hanno attaccato l’uomo. Si è subito diffuso il pensiero che la colpa dell’accaduto sia solo dell’animale che reagisce a istinti primordiali e che l’uomo ne sia solo la vittima.
Molto spesso questi spiacevoli incontri si potrebbero evitare mantenendo una vera distanza dall’animale, affinché non si spaventi e istintivamente attacchi, perché una cosa la sappiamo: se l’animale si sente in pericolo, attacca. Anche in America e in altri Stati si sono verificati incontri letali ad esempio con il lupo. Il lupo, che di base è un animale molto schivo, attacca l’uomo solamente quando l’uomo si mostra minaccioso e il lupo ritiene che il branco sia in pericolo oppure quando i super branchi si spingono troppo in là, verso zone abitate, perché non ci sono prede in natura, a causa della caccia indiscriminata.
Il fatale incontro tra l’orsa JJ4 e il runner di Caldes si è trasformato in tragedia, purtroppo perché la femmina d’orso aveva lasciato i cuccioli nelle aree circostanti e, quando si è trovata davanti il runner corrergli incontro, ha avvertito l’istinto di protezione nei confronti dei suoi cuccioli.
Su cosa dobbiamo riflettere?
Prima di dare la colpa all’orsa, occorre riflettere sul fatto che anche una persona se si fosse trovata davanti a un potenziale pericolo per i suoi cuccioli come prima cosa li avrebbe protetti. Alcuni di noi che abitano in zone di montagna dove ci sono gli orsi hanno avuto l’occasione di vedere l’orso nei boschi, magari durante le attività all’aria aperta in estate con lunghe camminate e trekking in montagna. I nostri genitori ci insegnano fin dall’infanzia come comportarci correttamente, per questo sappiamo che la prima cosa da fare è rispettare l’animale, mantenere la calma e muoversi lentamente.
Gli animali non sono cattivi o pericolosi. Quando reagiscono in modo violento è solo perché sono spaventati e non hanno altri strumenti per potersi difendere da una potenziale minaccia.