A voi genitori
Ogni mattina, ovunque si trovi, una mamma (ma anche un papà) si sveglia e sa che dovrà visualizzare almeno un migliaio di notifiche nel gruppo Whatsapp della scuola o sarà considerata un genitore disinteressato, assente. Migliaia di notifiche che possono tendenzialmente diventare milioni al crescere del numero dei figli ma anche e soprattutto dell’avvicinarsi dell’inizio della scuola.
Un incubo, diventato ancora più incubo in emergenza COVID, con l’ansia, la preoccupazione, i mille dubbi, le fake news e le conseguenti discussioni intorno al niente che si faranno. Miliardi di notifiche affolleranno i nostri telefoni, lo sappiamo. E, allora, in vista dell’inferno che verrà, ecco qualche consiglio per sopravvivere:
Niente saluti. Niente incontinenza da buongiorno, buonasera, buonanotte.
Niente grazie, prego, no ti devo ringraziare, ma che scherzi. Gli eccessi di gentilezza solo di persona, davanti a un caffè.
Niente domande su cose già chieste. Leggere il discorso prima di digitare, insomma.
Niente barzellette, video, volantini promozionali del tuo negozio o di quello dell’amica, catene di ogni tipo. Niente che non sia assolutamente indispensabile per ogni membro del gruppo.
Niente insulti, reazioni scomposte, incontinenza verbale, polemica. Se c’è un problema, chiama la persona con cui vuoi risolvere e non tediare il mondo intero in chat.
Niente risposte a sollecitazioni inutili. Impara dall’opossum: fingiti morto o morta.
A voi insegnanti
Ogni mattina, ovunque si trovi, un insegnante si sveglia e sa che dovrà salvarsi dagli effetti devastanti delle conversazioni dei genitori su Whatsapp o soccomberà.
Qualcuno, nel periodo del lockdown, diceva che saremmo stati migliori, che ci saremmo tutti voluti bene bene, che ne saremmo usciti alla grande. Ma poi si è avvicinato il momento di riaprire la scuola, le polemiche sui banchi con le ruote e sui sierologi e sulla didattica a distanza e sulle vacanze degli insegnanti e sulla Ministra e così andando. Tutti argomenti che corrono veloci sui gruppi Whatsapp genitori. Sembra di vederli e sentirli!
Ma come fare a sopravvivere agli sguardi dei genitori che magari hanno letto una falsità o cattiveria proprio sull’insegnante nel gruppo genitori? E come si argina la lamentela della mamma o papà di turno che “non avete detto nulla a mio figlio, l’ho saputo dal gruppo Whatsapp?”. Ecco qualche consiglio:
niente commenti su cose sentite raccontare, mezze ascoltate, immaginate che sono girate sul nostro conto su un gruppo. L’opossum, che si finge morto quando è in pericolo, vince, anche in questo caso.
Niente inoltro di screenshot di conversazioni che sono arrivati da altri. Resistiamo alla tentazione del commentare il commento, non potrà che farci bene.
Niente spiegazioni a chi chiede il perché un compito non sia stato comunicato su un gruppo. Semplicemente perché il gruppo Whatsapp genitori non è il registro di classe e non può essere scambiato per il diario collettivo dei compiti.
Niente gruppo insegnanti contro gruppo genitori. La tentazione è forte, ma si deve resistere.
Un ultimo consiglio: quando non ci comprende, meglio alzare il telefono o darsi un appuntamento e vedersi di persona.
E' analista, programmatrice e formatrice. Giornalista per passione, scrive quasi esclusivamente di tecnologia. Ma prima o poi cambierà tema. O forse no.